Qual è il primo romanzo che hai letto di Grazia Deledda e cosa ti è rimasto impresso.
Canne al Vento, mi ha colpito molto il modo di raccontare la natura sarda, gli odori, i colori delle notti stellate ma anche la solitudine della vita. Quanto può essere dura e spietata l’esistenza umana.
Inoltre in Canne al vento si affronta il tema delle janas e delle storie popolari raccontate dai vecchi che mi hanno ricordato perfettamente le sensazioni che provavo da bambina nella casa di mia nonna materna. Tante storie che si trasformavano in paure, paura del diverso, paura dell’inferno, di Dio e della vita fuori dall’isola.
Canne al vento è uno spaccato di vita sarda, secondo me, non troppo lontano dai nostri tempi, perlomeno io, con l’educazione che ho ricevuto, ne capisco i messaggi reconditi che sembrano parlare dritti ai miei ricordi e alla mia nostalgia di casa.
Un pensiero sul libro Elias Portolu.
Questo libro secondo me descrive il mondo dei timorati di Dio e l’importanza che aveva la religione all’epoca e nel contesto agropastorale, affronta il tema della moralità e del giudizio della società. Un Dio che quasi si identifica nella società stessa, un giudizio che piuttosto che arrivare dall’alto è il frutto delle costruzioni mentali del protagonista che si complica l’esistenza fino ad impazzire e a diventare sacerdote per espiare le sue pene immorali.
Che cosa è cambiato in Sardegna oggi e che cosa non lo è leggendo i romanzi di Grazia Deledda.
Forse ho iniziato a rispondere a questa domanda nella prima risposta, direi che la visione è soggettiva, io che ho avuto modo di crescere in una famiglia legata al mondo agropastorale ho respirato a pieno quello che Grazia Deledda descriveva nei suoi libri. Non posso che riconoscermi in quello che racconta, rivedere la mia infanzia e ricordarne le paure che tale educazione mi ha trasmesso.
Quindi direi che oggi in Sardegna a seconda delle zone e del grado culturale si ragiona ancora in modo arcaico, ma dipende fortemente dal tipo di educazione che si è ricevuta.
Poi vorrei aggiungere che c’è una cosa che in Sardegna non è cambiata, la natura: il silenzio dei cieli stellati, l’odore di salsedine nell’aria, l’umidità, i colori delle albe, il rumore del vento e l’odore dei campi.
Susanna Pilia nasce a Carbonia nel 1987, trasferitasi ad Iglesias frequenta il Liceo artistico Remo Branca. Nel 2007 si trasferisce a Como dove si laurea in Design dell’arredo presso il Politecnico di Milano. Subito dopo gli studi entra a far parte del Laboratorio Creativo Geppetto in qualità di Product e Graphic Designer.
Nel 2011 si trasferisce a Milano dove lavorerà come grafica prima presso una concessionaria di pubblicità e poi presso una casa editrice. Nel 2013 fonda Peralia per far convergere tutte le sfaccettature del suo lavoro e della sua esperienza di vita in un progetto completamente suo.
Trovate i suoi prodotti su http://peralia.it/