Nel 1907 Emilio Salgari si cimentò con un romanzo scientifico proprio quando in Italia stava prendendo piede il Futurismo. A cavallo del XIX e del XX secolo molti autori avevano seguito la moda di immaginare il mondo futuro, raccontando storie ambientate in contesti tecnologici fantascientifici.
Le meraviglie del Duemila fu uno dei primi romanzi italiani di questo genere.
Avventure e meraviglie del Duemila
Siamo nel 1903 e James Brandok è un giovane milionario affetto da spleen, una sorta di depressione dovuta al fatto che il mondo a lui contemporaneo non sembra avere più niente da offrire. Tanto è grave il suo stato d’animo che ha già preso in più che seria considerazione l’ipotesi del suicidio.
Nel suo vagare per il mondo va a trovare un suo amico americano, il dottor Toby. Questi gli svela e lo coinvolge nel suo audace progetto di utilizzare una misteriosa sostanza chimica per indurre un sonno centenario. L’idea è quella di compiere un viaggio nel tempo risvegliandosi nel 2003 e poter assistere alle meraviglie del Duemila, ovvero tutte le scoperte e le soluzioni tecnologiche che gli scienziati saranno stati in grado di realizzare in cento anni. Brandok è un po’ scettico, ma alla fine accetta e i due, aiutati anche dal notaio, si mettono a dormire in una stanza ricavata all’interno di uno scoglio.
Un secolo dopo vengono aiutati nel risveglio da un nipote della sorella di Toby, il dottor Holker, che, malgrado viva nel duemila, si stupisce della sopravvivenza dei due viaggiatori nel tempo.
Caricati l’antenato e il suo accompagnatore sul Condor, un velivolo volante alimentato da energia elettrica, i tre si trasferiscono a casa di Holker dove Brandok e Toby vedono le prime meraviglie, come la consegna a domicilio automatizzata di cibi vegetariani, dato che la carne era diventata una merce molto rara per via della sovrappopolazione.
Holker spiega che il mondo è ora in pace dato che la potenza delle armi era tale da mettere a repentaglio l’esistenza stessa del genere umano, disincentivandone l’uso. Inoltre gli uomini pericolosi per la società, come gli anarchici, erano relegati ai margini del mondo. E come se non bastasse si era riusciti ad entrare in contatto con la civiltà di Marte. Il contatto era limitato alle comunicazioni radio, ma tanto bastava per permettere anche a persone come Holker di intrattenere uno scambio epistolare con un marziano di nome Onix.
Successivamente il trio si reca alle cascate Niagara utilizzate interamente per produrre energia elettrica. Gran parte dell’energia utilizzata nel continente americano arrivava proprio da lì e Brandok e Toby notano per la prima volta che l’aria è intrisa di elettricità e che le persone sembrano muoversi in maniera più frenetica, spinte forse dalla corrente elettrica.
Passando dall’aereo, alla nave al treno raggiungono la colonia polare al Polo Nord in pochissimo tempo. Tutti questi mezzi incredibili del duemila viaggiano a grande velocità e sono il frutto degli studi degli scienziati. Visitata la colonia polare il viaggio continua verso l’Europa a bordo del Centauro, una enorme macchina volante.
Durante il viaggio passano dai mulini della Corrente del Golfo. Gli europei, non avendo grossi fiumi, avevano piazzato delle enormi dinamo nella Corrente del Golfo per produrre l’energia di cui necessitavano.
La tappa successiva è Ascaria, città sottomarina e colonia penale, in cui il capitano del Centauro deve depositare un criminale.
Proprio in quel momento si scatena però una tempesta atlantica di proporzioni mai viste. Il Centauro, ormeggiato alla città, viene distrutto dalle onde dopo che alcuni dei detenuti ne avevano saccheggiato le stive che contenevano dei barili di bevande alcooliche. Il risultato è una rivolta degli abitanti di Ascaria che costringe Holker, Toby e Brandok a rifugiarsi sulla sommità emersa della città assieme al capitano e al navigatore del Centauro e a Jao anziano abitante di Ascaria che svolgeva e funzioni di direttore.
La furia della tempesta è tale da sradicare la città dallo scoglio a cui era ancorata trascinandola per l’Atlantico fino al Mar dei Sargassi e da lì indietro fino alle Canarie che erano state trasformate in un santuario per gli animali feroci. La città, schiantandosi contro gli scogli, viene distrutta e sopravvivono solo Brandok, Toby e Holker assieme al capitano e al pilota del Centauro.
Presi di mira da Leoni e Tigri si rifugiano su un’altura dove vengono finalmente tratti in salvo da una nave voltante.
L’avventura ha però un epilogo tragico. Toby e Brandok hanno un collasso psicofisico dovuto alla fatica, lo stress e soprattutto alla tensione elettrica che permea il mondo del duemila e a cui non sono abituati essendo uomini del XX secolo. Alla fine vengono dichiarati pazzi e internati.
Qui trovi l’estratto del libro!
Vedere il futuro dal passato ne Le meraviglie del Duemila
Il fatto che mancassero solo 100 anni all’avvento del XXI secolo aveva portato molti autori a provare a immaginare cosa ne sarebbe stato dell’umanità e del pianeta Terra. Un genere di moda che ben si sposava con l’ottimismo per il futuro della tecnica di quegli anni.
Ovviamente la visione del futuro dipende molto dal presente in cui si vive. Per industrializzato inizio ‘900 le meraviglie del duemila sono principalmente di ordine meccanico ed elettrico.
Per esempio le macchine volanti, che avevano fatto da poco la loro comparsa, diventano semplicemente più grandi e veloci, rivaleggiando con gli uccelli, non sembrano particolarmente confortevoli, ma in compenso sono alla portata di tutti.
Più interessante è forse l’aspetto sociologico. Il duemila di Salgari è caratterizzato da anarchici che compiono attentati per opporsi ad una società che non vuole prendere in considerazione sprechi e inefficienze tanto da ritenere totalmente sacrificabili le vite dei detenuti. L’uomo del duemila sembra essere un po’ egoista, sicuro della sua capacità di domare la natura, ma immerso in un mondo frenetico in cui si ha poco tempo per pensare agli altri e alle perdite di tempo o energie. Da questo punto di vista non è che si sia sbagliato di molto.
Molto interessante anche anche il riferimento al vegetarianismo che aveva appena fatto la sua comparsa di fronte all’opinione pubblica.
Dal punto di vista del racconto il romanzo presenta lunghi tratti in cui non succede quasi niente. Come altre opere del genere la storia è quasi solo un pretesto per un lungo elenco di “meraviglie”, descritte spesso in termini molto generici come “perfettamente funzionante” o “velocità straordinaria” e che possono annoiare presto.
A salvare Le Meraviglie del Duemila c’è l’ultima parte in cui si narra dell’odissea dei protagonisti attraverso l’Oceano Atlantico in burrasca. La lotta contro la natura, i detenuti di Ascaria che diventano delle belve a causa dei fumi dell’alcool e le belve feroci di Tenerife sono elementi famigliari all’autore e che li usa per creare una situazione di tensione molto più appassionante.