Federico Pacchioni, intervista all’autore de “Il terzo piano”

Federico Pacchioni ha pubblicato il suo racconto d’esordio Il terzo piano già oltre due anni fa, ma solo recentemente ha cominciato a promuoverlo attivamente e con continuità. In questa intervista ci parlerà di come il confronto con i lettori può diventare uno stimolo per migliorare il proprio lavoro e che la promozione presso le librerie può avere un valore inaspettato.

Ciao Federico e benvenuto su SelfBooks! So che hai pubblicato il tuo primo libro, Il terzo piano, in forma cartacea già due anni fa, ma che ora hai cominciato a promuoverlo con decisione ed è arrivata anche la versione digitale. Ci puoi raccontare un po’ la storia del libro?

Sì, in effetti il libro è stato scritto di getto in un periodo di circa tre mesi già a fine 2011 arrivando ad essere pubblicato a metà 2012. Lo si potrebbe definire una esternazione di pensieri legati ad una mia esperienza personale a cui sono riuscito a dare una trama e una forma che ne rendesse possibile la pubblicazione in forma di libro. Devo ammettere che ho scritto il libro soprattutto per me stesso, ma successivamente ho scoperto che le persone che lo leggevano capivano il genere di esperienza che sta alla sua origine. Scoprire questa empatia mi ha dato la volontà di migliorare la stesura e quindi ho cominciato a raccogliere le opinioni e i suggerimenti e sono arrivato a pubblicare ben quattro versioni.
E ora è anche in corso quella che potrei definire una campagna promozionale.

Quattro versioni del libro derivate dalle indicazioni dei lettori, sembra quasi che tu lo abbia realizzato in crawdsourcing.

Non che fosse intenzionale, ma in un certo senso lo si potrebbe definire proprio in questo modo. Il fatto è che sono arrivato a pubblicare piuttosto in fretta svolgendo in autonomia tutto il lavoro e purtroppo non ho nessuna competenza specifica per quanto riguarda la scrittura essendo che lavoro in un settore che non ha nulla a che fare, motivo per cui ho commesso una serie di errori da principiante. Inoltre, come avrai capito, non ho avuto la possibilità di sottoporre il mio lavoro ad un editor professionista e quindi la stesura iniziale era molto acerba. Solo successivamente, confrontandomi con i lettori e con altri membri di una community online che frequento, ho potuto raccogliere le indicazioni che mi hanno permesso di migliorare il testo fino ad arrivare all’attuale versione.

Ma ora torniamo un attimo alla pubblicazione. Ti sei occupato direttamente di raggiungere le librerie online o ti sei fatto aiutare da un intermediario?

Dopo una breve ricerca mi sono affidato a Il mio libro. Si tratta di un servizio legato al gruppo L’Espresso rivolto a chi, come me, ha la necessità di pubblicare un libro auto prodotto. Il funzionamento è molto semplice perché basta inviare il proprio libro e si occupano loro di distribuirlo ai negozi online.

Fino a poco tempo fa il servizio era focalizzato soprattutto alla possibilità di poter vendere copie cartacee, con un servizio di stampa e vendita tarato sui piccoli numeri. È in effetti un servizio ben fatto che permette anche di ottenere il codice ISBN.

Recentemente però ci è stata un’evoluzione con una maggiore attenzione alla pubblicazione digitale. Attraverso Il mio libro è ora possibile pubblicare il proprio eBook sui maggiori negozi online con una suddivisione dei proventi che definirei equa.

Perché si dovrebbe far uso di questo servizio? Cosa offre oltre alla semplice pubblicazione e vendita?

Un aspetto che ritengo molto interessante è la parte di promozione. Essendo il servizio parte di un grande gruppo editoriale c’è la possibilità di godere di una visibilità che diversamente sarebbe difficile da ottenere. Certo, la redazione non può organizzarti una campagna pubblicitaria vera e propria, almeno finché non c’è la possibilità che il tuo libro possa diventare un bestseller, ma anche per un libro senza grandi pretese come il mio c’è la possibilità di farsi conoscere un minimo comparendo nelle varie selezioni e vetrine.

A tal proposito è da menzionare il concorso annuale chiamato Il mio esordio che serve proprio a mettere in risalto le produzioni migliori. Ho anche avuto la soddisfazione di veder arrivare il mio libro in semifinale, obiettivo che penso sia il massimo raggiungibile per Il terzo piano perché, come mi è stato fatto notare più volte, non è esattamente catalogabile e ciò ne limita le potenzialità commerciali.

Ci sono altri aspetti che rendono il servizio interessante?

La community a cui accennavo prima! Non credo che sia qualcosa di unico nell’ambito italiano, ma, come detto appunto prima, mi ha permesso di raccogliere in poco tempo un numero notevole di opinioni e suggerimenti che hanno migliorato notevolmente il risultato. Da una parte ci sono lettori che dedicano parte del loro tempo a dare suggerimenti agli autori e dall’altra ci sono altri autori pronti a dare consigli a chi ha appena intrapreso il suo percorso di scrittore. Accettare le critiche fa parte del gioco e permette di migliorarsi.

Federico Pacchioni, Il terzo piano, intervista

Passiamo ora al discorso della promozione. Hai adottato strategie particolari o ti sei “limitato” a  cercare il maggior numero di segnalazioni, recensioni e interviste su internet? E una curiosità: trovo molto interessante la copertina, è opera tua?

È opera della mia ragazza! Per quanto riguarda invece la promozione penso che farsi conoscere su internet è una strada che conviene percorrere in ogni caso. Da questo punto di vista non credo di aver fatto nulla di particolare se non contattare il maggior numero di più redazioni, blog e siti. Naturalmente ho anche creato una pagina pagina Facebook dedicata al libro.

Allo stesso tempo però ho tratto molte soddisfazioni da un percorso che si potrebbe definire in un certo senso più “classico”. Grazie al mio interessamento, ma anche attraverso “Il mio libro”, si è aperta la possibilità di presentare il libro in alcune librerie della mia zona e in alcune manifestazioni di carattere locale. Questo mi ha permesso di entrare in contatto e di essere a mia volta contattato da altre librerie, ma anche da alcune case editrici e redazioni, geograficamente più distanti. Si è creato insomma un certo passaparola tra addetti del settore che non può che essere una cosa positiva.

C’è da dire che l’attenzione che le piccole librerie stanno rivolgendo all’editoria autoprodotta è in continua crescita. Si tratta probabilmente del tentativo di differenziarsi rispetto alle grandi catene, cercando di proporre ai propri lettori qualcosa di diverso e di ricercato. Spero possa funzionare.

E ora la domanda di rito: come c’è nel futuro di Federico Pacchioni? C’è la voglia di provare a realizzare un secondo progetto letterario? O sei ancora in una fase di riflessione?

Sicuramente c’è da parte mia la volontà di continuare a scrivere! Le soddisfazioni che ho tratto da questa esperienza sono tali per cui ho assolutamente voglia di riprovarci. Il mio unico problema attuale è quello di avere troppe idee tra cui scegliere, quindi prossimamente dovrò decidere a quale dedicarmi e cominciare a metterlo in pratica.

Grazie Federico di aver condiviso con noi la tua esperienza. Sono convinto che avremo occasione di risentirci in futuro allora. E spero che le indicazioni che ci hai fornito possano essere d’aiuto a chi vorrà cimentarsi nella scrittura di un libro. Nel frattempo invito chi ha già fatto il grande passo  a contattaci e raccontarci la sua di esperienza!

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