L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è un saggio neurologico che il Professor Oliver Sacks ha scritto sotto forma di romanzo e diario personale senza tralasciare l’aspetto scientifico.
Racconta le sue esperienze all’interno di una clinica psichiatrica in cui era a contatto con delle persone affette da varie lesioni encefaliche.
Emerge da queste 24 storie l’umanità di Sacks nel rapportarsi con queste persone e con la malattia e da come tentano di trarre il meglio da loro stessi.
Alcune storie del libro
Il Dottor P. pensava che il guanto che aveva in mano fosse un portamonete di cinque valori diversi.
Non riconosceva più nemmeno sua moglie poiché la scambiava per un cappello, e il pomello alla porta dell’aula in cui insegnava, era stato confuso per la testa di uno studente. In questi momenti si venivano a creare delle situazioni molto comiche poiché il Dottor P. era ignaro di tutto questo.
Era affetto da prosopagnosia ovvero, aveva perduto la cognizione percettiva della realtà tuttavia, essendo un eminente musicologo, il Dottor P. riusciva ad orientarsi nella vita di tutti i giorni attraverso la musica che canticchiava
Penso che la musica avesse preso per lui il posto dell’immagine. Invece di un’immagine corporea aveva una musica corporea: ecco perché era in grado di muoversi e agire con tanta disinvoltura, ma si bloccava completamente, confuso, se s’interrompeva la musica interiore.
Jimmy invece, un bel giorno era rimasto intrappolato nel 1945. Viveva nel suo passato e si stupiva di come suo fratello e le persone con cui era in amicizia sembrassero vecchi. Jimmy pensava di avere vent’anni e non riconosceva allo specchio il bell’uomo che era, con una testa folta di ricci grigi.
Natasha K. dopo aver compiuto ottantotto anni, incominciò a sentirsi “pimpante”. Era avvenuto in lei un cambiamento che la stessa Natasha considerava fantastico poiché alla soglia dei novanta, passò dall’essere timida e schiva, all’essere civettuola e stravagante nel rapportarsi con le persone.
Quando si scoprì che Natasha aveva la malattia di Cupido disse a Sacks che non voleva essere curata
È una malattia, lo so, ma mi ha fatto sentire bene. È stata un’esperienza molto piacevole, e lo è tuttora… Erano vent’anni che non mi sentivo così viva…
Qui trovi l’estratto del libro!
Perché leggere L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello di Oliver Sacks
Ma com’è possibile che qualcuno possa scambiare la propria moglie per un cappello? Mi aveva incuriosita il titolo L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, e contemporaneamente mi immaginavo una signora che al posto del viso aveva una faccia cappello!
Quest’associazione d’immagini mi aveva ricordato il Movimento Surrealista che nel primo Manifesto sì definì come un puro automatismo psichico il quale, attraverso l’utilizzo delle parole, della pittura o altro, esprimeva il reale funzionamento del pensiero come succede nei sogni, in cui il controllo esercitato dalla ragione è assente e ci libera da ogni preoccupazione estetica e morale.
Eppure, non poteva essere questa la motivazione perché in questo libro sono raccontate delle storie cliniche particolari di pazienti affetti da malattie perlopiù rare che neanche l’immaginazione più feconda di una persona può arrivare a pensare. E ciò che colpisce è soprattutto il modo in cui queste persone hanno reagito e affrontano la malattia.
Solitamente, quando una persona presenta un deficit, per usare un termine della neurologia, si pensa a una persona che ha un qualcosa in meno rispetto alle altre che vivono una vita normale; in parte è vero ma alle volte, come è successo a Ray dai mille tic, affetto da sindrome di Tourette, un disordine neurologico che gli procurava molteplici tic di estrema violenza i quali, presentandosi a scariche ogni pochi secondi, lo rendevano praticamente invalido.
Ray, oltre ad avere una notevole sensibilità musicale era anche un virtuoso di batteria jazz. Era diventato famoso per le sue subitanee e sfrenate improvvisazioni che scaturivano da un tic o da un frenetico scatenamento su un tamburo e diventavano all’istante il nucleo di una splendida e selvaggia creazione ritmica, così che l’imprevisto intruso veniva brillantemente volto a suo vantaggio.
E così accadeva anche quando giocava a ping pong di essere avvantaggiato dalla sua sindrome che gli permetteva, sempre in maniera improvvisa, di fare dei tiri frivoli come li definiva lui, cogliendo di sorpresa l’avversario.
Questi racconti psicologici, come li definisce lo scrittore Pietro Citati, sono anche un pretesto per evidenziare come negli anni Ottanta, la neurologia classica, “jacksoniana”, a differenza della psichiatria, dell’anatomia e della patologia, rivolge l’attenzione verso quelle malattie che hanno la caratteristica di essere “esuberanti” o “produttive”.
Nell’analizzare la natura più profonda di queste malattie, talvolta Oliver Sacks ci coinvolge nelle sue riflessioni filosofiche sulla realtà del paziente, a volte descritta con toni umoristici, altre facendo trasparire il dolore della persona e i limiti che pone la malattia.
L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello è suddiviso in quattro parti: Perdite, Eccessi, Trasporti, Il mondo dei semplici. Attraverso la lettura di queste storie abbiamo la possibilità di scoprire e conoscere alcune sindromi particolari come quella di Tourette, di Korsakov e di Conarde e disfunzioni varie come l’atassia, agnosia, afasia e l’amnesia.
“È un libro che vorrei consigliare a tutti: medici e malati, lettori di romanzi e di poesia, cultori di psicologia e di metafisica, vagabondi e sedentari, realisti e fantastici. La prima musa di Sacks è la meraviglia per la molteplicità dell’universo.”
Pietro Citati