È il libro autobiografico che Giacomo Mazzariol ha scritto a soli diciannove anni dopo essere diventato famoso con il video The Simple Interview girato insieme a suo fratello minore Giovanni, affetto da sindrome di Down.
“All’interno di tutte le persone c’è un mondo unico. Chi è un down? Non lo so, ma posso dire chi è Giovanni“, è la didascalia che compare nel video su Youtube, che è un corto di cinque minuti e mezzo dove si racconta il mondo visto attraverso gli occhi di Giovanni, e anche di Giacomo.
E in questo breve tempo, ma come succede anche nella lettura del libro, gli autori riescono a farci sorridere, emozionare e ripensare la nostra famiglia.
Difatti, durante la lettura di Mio fratello rincorre i dinosauri, sono scivolata nel ricordo di un pomeriggio di quando ero ragazzina e mia madre mi aveva confidato le paure di mio padre sulla possibilità che sia io che mio fratello potessimo nascere con una qualche forma di disabilità.
E dal tono di mia madre invece si intuiva in lei la sicurezza che saremo nati con un’ottima salute e perché non sarebbe dovuto essere così, si sarà chiesta, molto probabilmente, nella spensieratezza dei vent’anni.
Inoltre, nessuno nella nostra famiglia aveva avuto dei problemi di nessun tipo da farle pensare che sarebbe potuto succedere.
E certamente non se lo aspettava la famiglia Mazzariol, protagonista del libro, e nella quale, dopo aver avuto tre figli normo dotati, nasce Giovanni con in cromosoma in più.
A questa scoperta ogni famiglia vive uno stato emotivo differente, di paura e di spavento, quindi la repulsione, il senso di smarrimento e l’apprensione. Ma anche di accettazione, non senza timori s’intende, di coraggio e di benevolenza come hanno fatto i Mazzariol a cominciare dall’annuncio ai loro figli, Chiara, Giacomo e Alice, sulla natura del fratello in arrivo.
– Vostro fratello… – disse, e fece una pausa. – Ecco, vostro fratello sarà… speciale.
– In che senso speciale? – chiesi io.
– Nel senso, – disse papà, – che sarà… diverso. Affettuoso, anzitutto. Molto, Moltissimo. E poi sorridente e gentile. E tranquillo. E con i suoi tempi.
– Sollevai un sopracciglio: – I suoi tempi?
– E altre cose sue speciali che non sappiamo, – sorrise mamma.
– Quindi è una buona notizia? – chiese Chiara.
– Non è solo una buona notizia, – disse papà serio. … E’ molto di più… E’ una notizia travolgente.
Al suo arrivo, Giovanni, desta molta curiosità nei fratelli per via dei suoi tratti fisici e comportamentali, in particolare su Giacomo che, affascinato cerca di capirne, studiandolo, il lato speciale.
Perché conoscersi e riuscire a comprendersi è un lento e costante lavoro di osservazione e accettazione, sia per Giacomo sia per Giovanni.
E così è stato anche per me quando presi l’incarico come insegnante di Sostegno per minorati psicofisici.
“Xxxxxx. è un caso molto difficile… Bisogna osservarlo tantissimo… Hai mai fatto Sostegno? No.” Ricordo che mi avevano descritto anche le sue caratteristiche comportamentali e il suo linguaggio dei segni. Non mi sentivo spaventata, ma pronta ad affrontare questa nuova esperienza che comunque non avrei svolto da sola, ma con il supporto dei colleghi.
Eccolo arrivare con passo tranquillo. Mi sorride con dolcezza e, su richiesta delle colleghe, mi prende la mano per portarmi nella sua aula.
I primi giorni, nei momenti di pausa, mi guarda spesso dritto negli occhi e si avvicina piano come a volerci entrare dentro. E sempre con quel suo sguardo incuriosito si allontana lentamente dai miei occhi per poi sorridere.
Non so cosa ci vedesse nei miei occhi, nel mio sguardo, difficile interpretare i pensieri di una persona che non usa la parola per esprimersi.
Forse ci vedeva qualcosa di bello o di buffo perché sorrideva contento ed io altrettanto, gli sorridevo.
All’inizio ci osservavamo a vicenda e imparavamo a convivere nella stessa aula, nella stessa scuola insieme ai compagni i quali, a loro volta, scoprivano le differenze che ci possono essere negli altri, e a cui si insegnava ad accoglierle e anche a gestirle.
E in questo senso Giacomo, con il libro Mio fratello rincorre i dinosauri, racconta proprio questo percorso di conoscenza e accettazione del fratello Giovanni nelle sue diversità.
Un percorso per nulla semplice, soprattutto negli anni della scuola secondaria dove Giacomo prova imbarazzo per quel fratello che ai suoi occhi di bambino era un supereroe con i poteri, mentre ora è una persona con la quale non riesce a trovare un punto d’incontro.
Giacomo arriverà con il tempo a comprendere che fino a quando ci si ostinerà ad ascoltare la propria musica non si riuscirà a entrare nel mondo dell’altro.
“Come quella frase attribuita a Nietzsche, avete presente?, che dice: Quelli che ballavano erano visti come pazzi da chi non sentiva la musica. Ecco, a me, la sua musica, in quel periodo, non arrivava proprio.”
E così la vita di Giacomo Mazzariol cambia, si arricchisce di esperienze nuove come l’aver pubblicato il corto e dato vita a questo libro, divertente e a tratti commovente, e che mi ha piacevolmente riportato alla mente il mio allievo affetto da grave deficit neurologico, ma con il quale si è riusciti a creare delle situazioni allegre e di grande tenerezza. Perché è vero che a seconda della condizione psicofisica della persona, la strada per un rapporto e una convivenza serena è spesso tortuosa e in salita, malgrado ciò si possono ugualmente vivere delle circostanze di impagabile meraviglia.
… intanto c’era un sacco di vita davanti. Mia, sua, insieme. Soprattutto insieme. Andare in giro con Giovanni era la cosa che più mi rendeva felice, era come camminare con una giornata di sole in tasca.