Intervista a Micaela Baccarani
È possibile per un autore esordiente prendere contatto con le case editrici e cominciare la propria carriera dalla porta principale? Proveremo a capirne di più con Micaela Baccarani, autrice della trilogia Demons.
Vincenzo Ciao Micaela, benvenuta su Le notti bianche, proviamo subito ad affrontare il nodo principale della questione provando ad analizzare la tua esperienza personale. Quando hai cominciato a scrivere e come è andata?
Micaela Baccarani Ciao! Nel mio caso l’idea del libro mi venne una decina di anni fa, preparai gli appunti ma poi mi bloccai, era praticamente impossibile farsi pubblicare o aver in qualche modo il libro senza spendere cifre assurde.
V. Quindi eri subito partita con l’idea di pubblicare fisicamente il libro, ovvero di avere tra le mani una copia fisica. In effetti dieci anni fa l’editoria digitale era ancora agli arbori.
M. Ammetto, la soddisfazione di aver in mano la carta stampata non ha eguali. Non ho mai amato molto il digitale, sono poi una nata in un’epoca dove nemmeno sapevamo cosa fosse e sono rimasta molto affezionata alla cara e vecchia carta. Ma poi ci si evolve e al secondo tentativo mi son guardata maggiormente attorno.
V. Come mai dopo diversi anni ti sei rimessa a scrivere?
M. Per via delle cose che mi sono capitate successivamente. Sono di Modena, ma mi ero trasferita all’Aquila ed ero lì durante il terremoto del 2009. Poi sono tornata a Modena che nel 2012 è stata colpita dal doppio sisma… insomma non ho avuto una vita propriamente tranquilla.
Ho ricominciato a scrivere dopo questi eventi, appunti vari sul terremoto d’Abruzzo su quelli di Modena, era terapeutico, anche se doloroso, e aiutava a calmare l’anima spezzata da tutto quel dolore; scrissi un breve racconto autobiografico sull’argomento per un concorso a Carpi. Non vinsi nulla, pazienza, ma era più per me per rendere pubblico cosa si prova a vivere una vita tra sisma vari e aver così tanta sfortuna da viverli tutti.
V. Fatta questa prima esperienza sei poi tornata alla tua passione originale, il genere fantasy.
M. Sono una figlia degli anni ottanta e come puoi immaginare cresciuta a pane e Nutella e cartoni animati. Erano gli anni del boom cartoni, quindi la mia generazione è rimasta un po’ bambinona, legati a cose come D&D, Magic the Gathering e tanta fantasia.
La dovevamo usare anche per giocare, non avevamo i videogiochi o gli stimoli di oggi.
E nel mentre è nato il Self Publishing. Mi si è aperto un mondo, potevo pubblicare ciò che scrivevo senza farmi dissanguare, mi son innamorata di Lulu.com all’istante, un Self Publishing che non ti uccide con clausolette strane e permette di pubblicare e stampare. L’unico vincolo è l’acquisto di una copia del proprio libro, ovvero la prova di stampa. Ha un costo minimo e lo si farebbe lo stesso almeno per essere sicuri di aver impaginato bene il libro.
Certo, in questo modo non si ha a disposizione la massima visibilità ma, cavoli potevo stampare il libro e averlo! Poi col tempo chissà… si comincia sempre dall’inizio.
Con questa nuova opportunità ho ripreso in mano il progetto “Demons” un fantasy narrativo al contrario, insomma i protagonisti sono i cattivi, il loro mondo, i loro pensieri, le loro avventure e i nemici? I buoni. Pubblico il primo libro con mia grande soddisfazione e inizio a lavorare al secondo, per mio puro piacere, non per altro.
V. Nel frattempo immagino che sarai anche entrata in contatto con i primi lettori.
M. Il contatto coi fan per me è un bel problema, un vero muro di gomma. Mi sto avvicinando seriamente ai Social e all’editoria online, ai Blogger e a questo mondo virtuale che la Rete offre.
Sono una pura principiante, ogni giorno imparo qualcosa, ogni giorno conosco nuove piattaforme, leggo molto.
Quando è scoppiata l’era dei Social e il boom della Rete, io ero già grandicella e mi son dovuta adeguare anche se l’ho vista nascere, ma mi rimane ostica da digerire e adeguarmi. Sono rimasta legata al vecchio contatto umano, l’idea che il pubblico lo devi conoscere e non solo dietro a dei pixel.
Ormai oggigiorno ci si saluta tra amici con messaggi e registrazioni vocali, si litiga tramite Social, ci si fidanza e lascia con Internet…
Mi manca il vecchio approccio, quello dove le persone sono reali. Su questo verso sono la così detta cariatide.
V. Però immagino che almeno una pagina su Facebook tu l’abbia creata.
M. Sì, certo non potevo ignorare questa realtà che tanti usano per cui attualmente utilizzo Facebook, dove ho aperto appunto un gruppo, piccolo ma si comincia così.
V. E per quanto riguarda la promozione dei tuoi lavori?
M. Utilizzo il canale Lulu.com per la distribuzione e ho scoperto, grazie al tuo blog tra l’altro, Wattpad. Favoloso! Iscritta e iniziato a usare subito.
Inoltre vaglio la possibilità di sfruttare pubblicità su canali online di siti molto visitati, mi son arrivate svariate offerte, ma prima voglio monitorare bene questi fantomatici siti e parlare con chi magari ha usato il servizio. L’informazione prima di tutto!
V. Però so che la tua esperienza con le case editrici classiche non si è esaurita.
M. È vero. Mentre lavoravo al secondo libro della trilogia mando il primo alle case editrici, che si sa si prendono anche sei mesi per rispondere, ma pazienza.
In effetti dopo un po’ una risposta mi arriva e ammetto che a leggere l’esito ho avuto un tuffo al cuore, sembrava un sogno che si avverava.
Ma poi ho letto anche il contratto… una cosa vergognosa. Totale sfruttamento dell’opera di cui mi riconoscevano solo una piccola percentuale dei diritti sui volumi cartacei e in caso di problemi dovevo essere io a tutelare la casa editrice e non viceversa, più altre clausole scandalose. Ovviamente non ho firmato.
Ma non finisce qui. Secondo editore che mi scrive, secondo editore che fa il furbo negandomi la visione del contratto se non quando fossi andata la per firmarlo, SOLO allora l’avrei letto, giusto prima di firmare. Una follia pura, si sente puzza di fregatura lontano un miglio e io non sono un commerciale che conosce tutte le clausole. Ovvio che mi faccio supportare da un commercialista che visiona le proposte di contratto prima che io firmi qualsiasi cosa anche per mia sola tutela.
V. Delle brutte mazzate. Però mi sembra di capire che se arrivasse una offerta ragionevole andresti per quella strada. Secondo te il self pubblishing non rappresenta il massimo a cui può aspirare un autore?
M. Se un editore serio mi facesse una buona offerta l’accetterei.
Il Self Publishing è sicuramente il futuro, ma un futuro parallelo, le grandi case editrici non chiuderanno mai, si adatteranno, ma avranno sempre e comunque la loro bella fetta oltre che esperienza e canali. Un neo autore deve crearsi la rete di contatti, servono spesso anni e sei preda di squali e approfittatori.
Sono dell’idea che il Self Publishing sia il futuro per chi vuole mettersi alla prova, ma ritengo anche che aver alle spalle una casa editrice solida con contatti e esperienza compensi le mancanze di un inesperto quale sono pure io. Certo, imparo dai miei errori, ma ne farò sempre tanti e accumulo esperienza nel tempo, errori che si potrebbero evitare.
A chi inizia dico di star attenti.
Di leggere i contratti e di NON fidarsi delle case editrici, ma di leggere ogni clausola, in mezzo al mare di piccoli e grandi editori ci son molti disonesti che lavorano sulla pelle degli emergenti, che li sfruttano, costringono a comprare uno sproposito di copie. A me ad esempio la prima di quelle che ho citato imponeva l’acquisto di NOVANTA copie del mio libro e non a prezzo di stampa, ma al 20% di sconto sul prezzo di copertina, prezzo esageratamente alto, in pratica lucrano in partenza sull’autore emergente.
A conti fatti solo quello veniva a costare attorno ai mille euro, così regalati, quando con meno della metà una stamperia crea i medesimi volumi, decisamente scandaloso. Si approfittano dei nuovi autori che hanno il desiderio di farsi pubblicare e conoscere, in un mondo che offre attualmente molto poco.
V. Credo che intervista siano state dette molte cose interessanti. Ora però una specie di domanda di rito sulla copertina. L’hai creata tu o ti sei fatta aiutare? Come mai uno stile così pulito?
M. Per la grafica faccio tutto da sola e non è stato troppo difficile grazie al fatto che è una capacità che ho acquisito da tempo.
Il fantasy ha, per mio gusto, un enorme difetto. Molti esagerano con le copertine, le fanno pesanti, opulente, piene di dettagli arrivando a esagerare, come se la copertina dovesse racchiudere l’intera storia. Ecco io ho scelto il primo gruppo di copertine, con una formula più semplice. L’impatto grafico deve attirare, ma non spaventare o stancare la vista, incuriosire ecco; li mi viene in aiuto la conoscenza acquisita nelle scuole artistiche, durante gli anni della gioventù. E come tutti mi evolvo, infatti ho avuto l’ispirazione per la seconda serie e le copertine sono in anteprima sul gruppo Facebook.
V. Cosa c’è nel futuro di Micaela Baccarani?
M. Mi piace scrivere e non intendo fermarmi, ho già in progetto una seconda trilogia, ma per ora è solo l’idea. Per il momento sono focalizzata sul terzo libro che chiude la prima parte della saga Demons.
V. Bene, sarebbe bello risentirci quando il nuovo capitolo di Demons sarà disponibile e magari potrai riferirci anche di qualche editore disposto a investire seriamente sugli autori emergenti.
A tutti gli altri ricordo che se volete raccontarmi la vostra esperienza con la scrittura non vi rimane che contattarci dall’apposta pagina cliccando qui.
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E’ stato un piacere enorme poter chiaccherare liberamente del proprio progetto, del futuro e degli intoppi. Oltre ad aver avuto l’occasione di conoscere una persona , che nel suo piccolo, cerca di aiutare gli autori emergenti a farsi spazio nella rete.
Condividere le esperienze è fondamentale, aiuta a imparare dagli altri e accrescere il proprio bagaglio culturale oltre che di opportunità.