La bambina e il sognatore al Salone del Libro di Torino
Non avevo mai letto un libro di Dacia Maraini, tuttavia l’incontro al Salone Internazionale del Libro di Torino per la presentazione de la Bambina e il sognatore è stato un modo per avvicinarmi a questa scrittrice di cui avevo sempre sentito parlare.
Di Dacia Maraini colpisce la gentilezza nel linguaggio e nel suo modo di porsi, oltre alla sua grande intelligenza. Una di quelle persone che, come il maestro Nani Sapienza (il protagonista del libro) con la sua classe, ci incanta e ci tiene avvinti alle storie che ci racconta.
E noi, a nostra volta come gli alunni del maestro, vorremo sentire ancora un’altra storia.
Nella figura del maestro Sapienza la Maraini si riconosce nella frase del libro in cui dice: il maestro guardava con l’immaginazione ipertesa del lettore accanito.
L’autrice stessa si definisce prima lettrice e poi scrittrice infatti di sé dice: “amo i libri e amo moltissimo leggere, classici e libri moderni per cui molte conoscenze che ho del mondo mi vengono attraverso i libri.
Quando sono andata per la prima volta a San Pietroburgo che si chiamava Leningrado ora si chiama di nuovo San Pietroburgo, io sono andata a cercare la Neva, sono andata a cercare i luoghi di Dostoevskij perché per me quelli erano i luoghi che avevo già percorso con la mia immaginazione.
Chi legge è come se conoscesse altri luoghi attraverso i libri e questo da uno spessore ai luoghi e un calore, un mistero che è dato dal libro che tu hai letto. Il libro crea un qualcosa di forte, un rapporto fra il luogo e tu che leggi. …
In ogni posto in cui vado mi porto dietro il mio bagaglio da lettrice. Non è solo un bagaglio, è una sensibilità, è un qualcosa che già conosco, che sta dentro di me e che ritrovo. È un rapporto molto emotivo. …”.
(Salone del libro, Maggio 2016)
Trama de La bambina e il Sognatore
È il primo romanzo della Maraini in cui il protagonista narrante è un uomo, Nani Sapienza, un maestro delle elementari che riesce a incantare i suoi alunni raccontandogli delle storie che insegnano qualcosa. Perché le storie coinvolgono tutti i nostri sensi e attiva la nostra immaginazione permettendoci di essere in contatto con gli altri.
In questo romanzo non si racconta solo la storia del maestro Nani che riesce a creare un rapporto con i suoi alunni attraverso le storie, che ha perso la figlia di soli otto anni in seguito alla leucemia e che vive solo, accompagnato da un pennuto sulla spalla (la sua stessa coscienza), che interloquisce alle volte in modo dispettoso con i suoi pensieri.
Il maestro Sapienza indaga sulla scomparsa della piccola Lucia uscita di casa la mattina per andare a scuola e mai più rientrata. Nani è convinto che la bambina che gli appare più volte in sogno sia proprio lei. Da qui comincia la sua ricerca, come farebbe un padre che non si rassegna al pensiero che la propria figlia possa essere ormai morta perché a distanza di anni non si riesce ancora a trovarla.
È così che il nostro maestro Nani ci coinvolge insieme ai suoi alunni di quarta elementare sul rapimento della bambina; dialoga con loro (con noi), come un moderno Socrate sull’abuso verso i bambini, sul fanatismo religioso che compromette la convivenza civile tra persone di religione diversa, sino a toccare temi come la prostituzione minorile alimentata dal turismo sessuale che è praticato da tanti uomini in luoghi come la Cambogia, dove vengono fatte prostituire bambine rapite e poi vendute in bordelli clandestini.
Ne La bambina e il Sognatore, il mondo dei sogni incontra quello della realtà in ogni suo aspetto snodandosi in tre grandi versanti che s’intrecciano tra loro. Il versante della paternità, dell’educazione e il versante della narrazione dove s’infila il nostro oggi percorrendo il tempo della mitologia classica e quello delle fiabe dei fratelli Grimm.
Qui puoi trovare l’estratto del libro!
Perché leggere La bambina e il Sognatore di Dacia Maraini
Nani Sapienza è il maestro che avremo sempre voluto avere. Un maestro che ci seduce raccontandoci le storie per insegnarci non solo le materie scolastiche, ma a pensare con la nostra testa, perché anche i bambini hanno la capacità di ragionare. Per il maestro Sapienza, i bambini sono dei saggi a cui manca l’esperienza.
Nani Sapienza con le sue storie riesce a creare un rapporto di narrazione e di dialogo con i suoi alunni perché come afferma la Maraini: è importante raccontare storie perché coinvolgono i nostri sensi e si provano delle emozioni. L’apprendimento attraverso la storia riguarda tutto il corpo.
Ed è proprio da qui che Nani sapienza parte per educare i suoi alunni a stare assieme a persone che vengono da una città culturalmente diversa. Con la sua sensibilità, il suo modo di osservare le persone e le cose, mette a confronto diverse realtà entrando nelle carne della nostra attualità.
Uno tra i tanti dialoghi molto belli è quello in cui il maestro fa leggere ai suoi alunni un racconto scritto da loro sulla propria famiglia. In questi racconti si descrivono abitudini, modi di pensare e il rapporto con i libri, sia loro sia della famiglia.
Nani Sapienza si rivolge ad Ahmed, il bambino più taciturno, chiedendogli del suo racconto.
– A casa mia tutto bene. Il libro di lettura è il Corano e lo leggiamo insieme con papà mentre la mamma sta in cucina.
– E mi sai dire una frase del Corano che ti ha particolarmente colpito e che ti piace ricordare?
– Ogni sura comincia con: “In nome di Allah, il compassionevole, il misericordioso”.
– È bello questo inizio. Quindi quello che ti colpisce sono la compassione e la misericordia?
– No, io preferisco la spada. Nella sura IX At-Tawba è scritto: “Combattete coloro che non credono in Allah e il suo Messaggero”.
– Ma se uno nasce in un Paese che ha un’altra religione e non sa nemmeno chi è Allah, deve essere punito, secondo te?
– I miscredenti vanno puniti.
– Quindi tu puniresti Michelina perché crede in un altro dio?
Lo guardo arrossire e chinare la testa. So che Ahmed ha dell’affetto per Michelina e spesso li vedo scambiarsi le merende in cortile durante l’ora di ricreazione.
La bambina e il Sognatore è uno dei libri che si può definire libro – porta, definizione che la giornalista Monica Lanfranco aveva utilizzato durante la presentazione del libro Dio odia le donne di Giuliana Sgrena, presso la libreria indipendente Trebisonda di Torino.
È cioè un libro che apre ad altri libri. In questo modo si ha la possibilità di condividere altre storie i cui valori, messaggi e metafore contenuti in questa trama intessuta da tanti racconti, ci permette di ripensare alle cose della nostra contemporaneità.