La triste Marchesa Malaspina
A Bosa, sulla cima del colle di Serravalle, sorge un castello edificato nel 1112 da una nobile famiglia toscana, i Malaspina. Attraverso una lunga e ripida scalinata ci si può addentrare all’interno delle mura.
Tra le mura di questa fortezza aleggia una leggenda che narra l’atroce storia di una giovane e bellissima donna, la sposa del Marchese Malaspina.
Il Marchese, di indole irascibile e violenta, era terribilmente geloso della bella moglie da immaginare di essere stato tradito per cui, fece costruire nel suo castello un passaggio sotterraneo che conduceva alla Cattedrale affinché, la moglie non percorresse più le strade della città per le funzioni religiose.
La Marchesa Malaspina, celata così alla vista altrui e interdetta dai rapporti umani all’infuori delle persone che abitavano il castello, viveva la sua infelice vita sopportando in silenzio gli immeritati soprusi e le gelosie del Marchese poiché, all’epoca era impensabile rivoltarsi contro le decisioni del proprio marito.
Nonostante il sentiero sotterraneo e l’interdizione della bella Marchesa tra le mura del castello, la gelosia del Marchese non si era affatto placata ed un giorno, in preda ad una cieca rabbia, afferrò un coltello affilato e recise le dita di ambo le mani della Marchesa Malaspina.
Incurante del dolore e degli spasimi della moglie riversa a terra, il Marchese raccolse le dita insanguinate e le avvolse in un fazzoletto da naso che ripose nella tasca, dopodiché uscì dal castello per incontrarsi con gli amici e passeggiare per le vie della città.
Senza pensare alla moglie agonizzante e immemore di aver le dita all’interno della tasca, il Marchese cadde vittima della propria insensibilità poiché, avendo bisogno del fazzoletto, quando lo estrasse, le dita cascarono a terra davanti allo sguardo inorridito degli amici.
Il Marchese confessò l’accaduto e a furor di popolo fu preso e recluso in prigione.
Notizie curiose
Purtroppo non si sa ciò che avvenne della Marchesa Malaspina ma la fantasia e la superstizione del popolo raccontano che lo spirito della triste donna, non trovando pace per l’eternità, errasse nei luoghi dove il suo corpo era stato soppresso.
Le dita che caddero dal fazzoletto sarebbero pietrificate come rocce e si troverebbero presso il castello dove, sempre in prossimità, si trovano alcuni grandi massi che sarebbero i testimoni dell’atroce fatto e che rimasero impietriti dall’orrore. Queste rocce sono chiamate sos testimonzoso.