Chirú è un romanzo in cui si raccontano i sentimenti di Eleonora, un’affermata attrice teatrale di trentotto anni e quelli di Chirú, un aspirante e ambizioso violinista di vent’anni più giovane a cui Eleonora, cercherà di avviare la carriera.
Sin dal loro primo incontro, dove lei sul palco recitava e Chirú l’ascoltava dalla terrazza del centro storico, si crea un legame che va oltre l’affinità elettiva. Eleonora si riconosce nel giovane violinista, percepisce in lui lo stesso odore di cose marcite che avevano dentro.
Con naturalezza Eleonora accetterà di diventare la guida di Chirú, il cui legame va oltre il convenzionale rapporto tra un docente e un discente; non c’è una gerarchia e non è chiaro chi insegna a chi, se la maestra o l’allievo e se convenga usare dai propri ruoli (Michela Murgia) per trasmettere qualcosa.
Un passaggio del testimone che va oltre l’insegnare una capacità o un apprendere delle conoscenze teoriche; nel suo affiancamento, Eleonora cercherà di insegnare a Chirú come affrontare la vita senza tuttavia pretendere di indirizzarne il destino.
Le lezioni non si svolgono tra le quattro mura di un’aula, ma nella paninoteca del centro storico di Cagliari mangiando panini e patatine fritte mentre si parla di Mozart e Da Ponte; nei caffè, nelle strade e alla spiaggia del Poeto ventilata dal maestrale.
L’insegnamento prosegue anche quando Eleonora parte per la sua tournée a Stoccolma, a Praga e a Firenze; ed è nel capoluogo fiorentino che la loro storia prenderà una nuova piega.
La stessa Eleonora, a sua volta, è stata allieva di Fabrizio che continua ugualmente, a distanza di anni, ad essere una guida per lei, ma da cui ha imparato a distaccarsi per seguire le proprie intuizioni personali in maniera indipendente. Ed è questo distaccamento necessario che Chirú non vuole accettare.
Eleonora percepisce in lui un senso di dipendenza che la spaventa poiché è subentrata la paura di non riuscire a gestire più questo legame, e di non essere in grado di lasciar andare Chirú per la sua strada.
Era così avido, così pieno di meraviglia per le cose che non sapeva e io non ero pronta ad affrontare la prospettiva di non poter più far passare il mondo attraverso i suoi occhi frementi di passero.
Qui trovi l’estratto del libro!
Perché leggere Chirú di Michela Murgia
Quando ci apprestiamo a leggere un romanzo, pensiamo che tra quelle righe ci aspetti una storia con un colpo di scena che ci lasci con il fiato sospeso e con un epilogo significativo. Non ci si aspetta di trovare delle Lezioni.
Trovo che in queste Lezioni, in cui è suddiviso il libro, si respiri un’aria di libertà da cui far emergere pensieri nuovi e si impari a guardare le cose da un punto di vista che non si conosceva.
Inoltre l’universalità del racconto ci permette di sentirci un po’ Chirú e un po’ Eleonora poiché nella vita, ci capita di incontrare delle persone con cui basta uno sguardo per riconoscersi e sentirsi compresi.
È come se forze più grandi di noi ci spingessero verso quella persona e inconsapevoli di quello che potrebbe accadere, ci illudiamo di poter controllare i nostri sentimenti nella loro imprevedibilità.
Eleonora riconobbe Chirú dall’odore di cose marcite che gli veniva da dentro, perché quell’odore era lo stesso suo.
Il marcio che Chirú custodisce, Eleonora lo scoprirà il giorno in cui conoscerà i suoi genitori preoccupati per la loro relazione inconsueta. I genitori si rivelano essere delle persone semplici che ignorano totalmente quali siano le sensazioni del figlio, le sue emozioni e i suoi sogni.
Eleonora ripensa alla sua infanzia, al rapporto con i suoi genitori, con un padre dominante, una madre succube che non sapeva ribellarsi e un fratello con cui non c’era comprensione.
Da qui la dura realtà che la famiglia alle volte è il posto in cui si annida il dolore più grande e da cui ci si sente disorientati, per questo è importante per un giovane incontrare un adulto, anche al di fuori del nucleo familiare natio, che sappia aiutarlo a realizzare sé stesso attraverso la conoscenza. Come cercherà di fare Eleonora verso Chirú.
La storia tra Eleonora e Chirú è anche un pretesto per parlare e approfondire diversi argomenti. Michela Murgia in un’intervista all’Espresso definisce il suo romanzo in questo modo, Chirù è un romanzo politico, «il più politico che io abbia mai scritto».
Senza schierarsi da una parte o da un altra affronta le diverse situazioni, offre degli spunti per nuove idee e nuovi pensieri. Una Lezione che ha diverse implicazioni ed è dalla nostra sensibilità che queste fuoriescono.